L'Italia vive una fase economica talmente critica che può assumere, da un momento all'altro, il carattere del dramma sociale .
Al criminale "cosociativismo" cattocomunista che, per finanziare il consenso degli anni 70 e 80 ha prodotto l'immenso debito pubblico che ora ci strozza, è seguita l'altrettanto irresponsabile "era berlusconiana" il cui sogno si è frantumato, prima nel ridicolo, poi nell'impotenza. La classe dirigente pur continuando a gallegiare su privilegi di cui non riesce a fare a meno (usque tandem?), ripete fino alla nausea il mantra dello"sviluppo" annaspa sotto problemi che non sa risolvere. Ci si aggrappa all'Europa esoprattutto alla Germania cercando di far intendere che la nostra rovina potrebbe essere pure la loro, così sperando che i ricchi "crucchi" abbocchino, facendosi carico dei nostri debiti.
La grecia, vicina geografcamentelo, lo è anche come stato psicologico.
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